Inchiesta “Palude”: chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Venezia Brugnaro.

Inchiesta “Palude”: chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Venezia Brugnaro.

Coinvolti anche i suoi più stretti collaboratori e l’ex assessore Boraso. Al centro delle accuse le operazioni sui terreni dei Pili e la vendita di Palazzo Papadopoli al magnate di Singapore Ching Chiat Kwong.

La Procura di Venezia ha chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco Luigi Brugnaro e altri 33 indagati nell’ambito dell’inchiesta “Palude”, che ipotizza un vasto sistema di corruzione e favori legati a operazioni immobiliari nella città lagunare. Tra gli imputati anche il direttore generale del Comune, Morris Ceron, il vicecapo di gabinetto Derek Donadini e l’ex assessore Renato Boraso, arrestato nel luglio 2024.

L’indagine si concentra su due operazioni principali. La prima riguarda la tentata vendita al magnate di Singapore Ching Chiat Kwong di 41 ettari dei Pili, area inquinata acquistata da Brugnaro nel 2006 (quando non era ancora in politica) per 5 milioni di euro. Secondo l’accusa, il terreno sarebbe stato proposto per 150 milioni con la promessa di un aumento di cubatura, per realizzare grattacieli, ville, un casinò e altre strutture. La seconda operazione riguarda la vendita, a prezzo ribassato, di Palazzo Papadopoli allo stesso imprenditore asiatico, con una presunta tangente da 73.000 euro destinata a Boraso, mascherata da consulenza fittizia.

A rafforzare le ipotesi accusatorie, la testimonianza dell’imprenditore Claudio Vanin (Sama Global), indicato come il principale accusatore del sindaco. Brugnaro ha sempre respinto ogni addebito, sostenendo che la vendita dei Pili non è mai andata in porto e che l’immobile era stato già messo all’asta, senza esito. Anche Ching e il suo referente italiano, Luis Lotti, indagati, sostengono che il progetto non si è mai concretizzato per mancanza di accordo.

Accuse di corruzione, turbativa d’asta, falso e riciclaggio toccano anche altri episodi: progetti urbanistici attorno all’aeroporto, appalti per la manutenzione degli uffici comunali e per software gestionali. Coinvolti, tra gli altri, anche l’ex direttore di AVM Giovanni Seno, il dirigente Fabio Cacco, il direttore del Casinò Alessandro Cattarossi e la responsabile di Insula Alessandra Bolognin.

Per Boraso è fissata il 16 maggio l’udienza preliminare sul patteggiamento per altri 12 capi di corruzione, con una condanna concordata a 3 anni e 10 mesi e la restituzione di 400.000 euro. Nel frattempo, gli indagati dell’inchiesta “Palude” attendono la notifica dell’udienza preliminare e il destino giudiziario del caso.

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