Il discorso di Zaia celebra il Veneto e la sua lingua: espressione di identità culturale e integrazione

Il discorso di Zaia celebra il Veneto e la sua lingua: espressione di identità culturale e integrazione

In occasione della “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”, il presidente della Regione Veneto ha sottolineato l’importanza della lingua veneta come simbolo di identità storica, cultura e integrazione.

“Ogni volta qualcuno saluta una persona esclamando ‘ciao!’, si esprime con un vocabolo veneto. Una lingua è tale quando è un grande elemento di comunicazione e di quella veneta dobbiamo andare fieri perché è l’espressione immediata della nostra identità storica e di popolo. Le 7 persone su 10 che con essa pensano e tengono rapporti regolarmente, confermano non solo la sua vitalità e diffusione ma anche il radicamento di un idioma secolare che è vivo anche fuori dei confini della nostra Regione a nord e lungo l’Adriatico e che per secoli è stata una delle lingue franche del Mediterraneo”.

È questo il pensiero del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in occasione della “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali“, che si celebra il 17 gennaio.

Io stesso ho iniziato a parlare regolarmente in Italiano e non più solo in Veneto a sei anni andando a scuola – prosegue il Governatore -. Anche per questo insisto sempre che sbaglia chi definisce il Veneto un dialetto, è una lingua, elemento fondamentale della vita quotidiana per almeno 8 milioni di persone, indipendentemente dalla professione o posizione sociale, nel solco della tradizione e del diritto imprescindibile a esprimersi nelle lingue locali e minoritarie sancito anche dalle autorità comunitarie europee.

Storicamente è stata la lingua della Serenissima, una delle più antiche e durature esperienze repubblicane. Ha generato una letteratura di rilevanza universale come quella del padovano Ruzzante o del veneziano Goldoni. È stato veicolo primario di cultura e sapere nei rapporti tra i popoli: nel Rio Grande do Sul in Brasile basta parlare in Veneto per farsi capire da milioni di persone”.

“Spesso incontro immigrati che hanno imparato a dialogare in Veneto prima ancora che in Italiano – conclude il presidente Zaia -. È la conferma che la nostra lingua, quindi, non è un optional folcloristico ma è l’espressione di una realtà identitaria che è collante culturale di un popolo ma anche strumento di integrazione vera e concreta per chi ha seri progetti di vita nella nostra terra. Ogni volta che parliamo in Veneto teniamo vivo e accresciamo uno dei maggiori patrimoni della nostra storia”.

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