Veneto, turismo: Zaia afferma “72 milioni di presenze confermano il primato del turismo. Il Sud può puntare su prospettive sconfinate”

Veneto, turismo: Zaia afferma “72 milioni di presenze confermano il primato del turismo. Il Sud può puntare su prospettive sconfinate”.

Il turismo nel Veneto continua ad affermarsi con cifre da record e si conferma il pilastro della nostra economia. I dati Istat ci dicono che anche nel 2023 la nostra è stata la regione preferita dai turisti, anche tra quelli stranieri, sommando circa 72 milioni di presenze. È la conferma della qualità dell’accoglienza, della ricchezza e diversità del patrimonio artistico-culturale e naturalistico, e delle tradizioni enogastronomiche locali. Mi complimento con i nostri operatori del settore: il Veneto sa intercettare e premiare le aspettative del viaggiatore contemporaneo che torna volentieri sulle nostre spiagge, le nostre montagne, nelle città d’arte e nei borghi, alla scoperta di tesori incantevoli e buon vivere“.

Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta i dati del Rapporto Istat, presentato ieri, in cui il Veneto si afferma ancora come la regione più turistica del Paese, collocata in un Nordest che complessivamente ospita più di un terzo delle presenze nel panorama nazionale.

Preso atto, come ripeto da tempo, che il turismo può e deve essere il core business di tutto il Paese, da Campione d’Italia a Canicattì, è interessante notare come ci sia un territorio pur relativamente contenuto ma che dispone del massimo di autonomia previsto dal nostro ordinamento costituzionale: la Provincia autonoma di Bolzano che da sola supera i 36 milioni di presenze – sottolinea il presidente Zaia -. È la conferma che un decentramento amministrativo mirato all’efficienza e alla riduzione delle distanze tra il potere decisionale e il cittadino, quindi anche con le attività produttive, può essere in grado di valorizzare le risorse e farne un volano di attività e di progresso. In questi termini, quelle che potrebbero avere maggior campo d’azione sono le regioni del Sud. I flussi in quest’area, infatti, emergono già per una crescita superiore alla media rispetto al 2022 e, grazie alla bellezza paesaggistica e alla ricchezza culturale di cui dispongono, potrebbero moltiplicarli in prospettive sconfinate. Certamente superiori a quelle del Veneto e del Nordest le cui prospettive, anche le più ottimistiche, devono misurarsi con un numero di presenze già da pienone e i relativi margini“.

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